Elisione e troncamento

grammatica per tutti

Nell’aria c’era ancora l’odore dell’erba tagliata

Questa frase, se si scrivessero interamente le parole di cui è composta, sarebbe: nella aria ci era ancora lo odore della erba tagliata.

Per evitare, però, il suono sgradevole dell’incontro di due vocali, alcune di queste parole hanno perduto le vocali finali; al loro posto c’è un segno, una specie di virgola posta in alto: nell’, c’, l’, dell’.
Quel segno si chiama apostrofo e indica una elisione (da elidere, eliminare), cioè la soppressione della vocale finale di una parola davanti ad un’altra che comincia per vocale.
L’uso dell’elisione è spesso soggettivo, è cioè affidato al gusto e allo stile personale, per cui si può dire: pieno di entusiasmo oppure pieno d’entusiasmo, una ipotesi o un’ipotesi.


L’elisione è però obbligatoria:
·         con gli articoli lo e la e preposizioni articolate da essi formate (dello, della, nello, nella, ecc.): l’uomo e non lo uomo, l’aria e non la aria, dell’uva e non della uva, nell’albero e non nello albero, ecc.
·         con bello e quello: un bell’uomo, quell’altro (non quale) qual è non vuole l’apostrofo.
·         con ci davanti a voci del verbo essere comincianti per e: c’era, c’erano, ecc.
·         con santo + nome proprio cominciante per vocale: sant’Antonio, sant’Ugo, ecc.

Troncamento
Buon giorno, signor Fabio, qual buon vento vi porta
Se si scrivessero le parole interamente, questa frase sarebbe: buono giorno, signore Fabio, quale buono vento vi porta?
Le parole buono, signore, quale, hanno subito una mutilazione, un troncamento, per ragione di eufonia, cioè di buon suono.
Il troncamento è la caduta della vocale o della sillaba finale di una parola davanti ad un’altra che comincia per consonante o per vocale (buon giorno, buon amico).
Il troncamento non vuole l’apostrofo.
Anche per il troncamento c’è però un uso obbligatorio e un uso soggettivo.

Il troncamento è obbligatorio:
·         con uno e composti (nessuno, alcuno, ecc.) davanti a vocale o consonante: un amico, un cavallo, nessun libro.
·         con buono davanti a vocale o consonante: un buon amico, un buon libro.
·         con bello e quello solo davanti a consonante: bel cane, quel libro.
·         con santo davanti a nome proprio cominciante con consonante: san Michele, san Gennaro.
·         con frate davanti a nome proprio cominciante con consonante: fra Matteo.
·         con suora davanti a nome proprio: suor Teresa.

Osservazioni:
davanti a parole comincianti per s impura (s+consonante), x, z, ps, gn, il troncamento generalmente non avviene: uno studio, uno psicologo, uno gnomo, un bello scudo, quello zaino, santo Stefano.
Tale e quale non vogliono mai l’apostrofo, né davanti a vocale né davanti a consonante: qual è la capitale del Belgio?, una tal allegria. Si tratta, infatti, di troncamento e non di elisione.

Particolari troncamenti in vocale con apostrofo sono:
po’ (poco)… un po’ di latte
be’ (bene)… be’ vediamo
mo’ (modo)… a mo’ d’esempio
to’ (togli)… to’, prendi
ve’ (vedi)… ve’, chi si vede
ca’ (casa) Ca’ Foscari

Abbastanza frequenti sono gli imperativi tronchi: da’ (dai), di’ (dicci), fa’ (fai), sta’ (stai), va’ (vai). 


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